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Paese fermo al Paleolitico.
Impacciato e divertente nel vedersi costretto ad adattarsi alla nostra era,
che non gli appartiene.
Un paese sorridente,
con gli occhi a mandorla sgranati
a capire dove si trova.

Roma – Phnom Penh

23 dicembre, 25 dicembre 2009
Due facce da ebete con la bocca semiaperta, spaesati e smarriti nel cercare inutilmente la voce Pechino sul tabellone delle partenze. A chiederci cosa ci fa quel volo CA940 Roma-Beijing ore 19:40 al posto del nostro volo CA940 Roma-Pechino 19:40.
Benijing, Benijing, Benijing… (wikipedia).
Facciamo finta di niente, ci incamminiamo verso il check-in dove imbarchiamo l’attrezzatura da fuoristrada e zaino in spalla e casco in mano ci dirigiamo al gate.
cambogia in moto 2010

cambogia in moto

Coccolati e viziati a bordo con pranzi e cene abbondanti e gustosi, unica nota negativa:
sulla tratta Pechino-Bangkok non servono birra e lì vedo per la prima volta un Federico visibilmente irritato esclamare “e mo che cazzo se bevemo?”.

Scorrazziamo zizagando sul mappamondo con un Roma-Pechino-Bangkok-Phon Penh tutto d’un fiato e senza chiudere occhio.

Da segnalare solo due cose:
Atterrati a Pechino mentre si aspetta facciamo due passi nel nuovissimo aeroporto ampliato e rimodernato per le ultime olimpiadi.
Noto un gruppetto di ragazze a metà tra le Spice Girls e le Lollipop vestite da Babbo Natale che cantano canzoni natalizie su base disco-pop cinese.
Mi fermo paralizzato dallo stupore, con la fronte corrucciata e la bocca di sguincio in un’espressione dubbiosa di fronte a questo spettacolo frutto della globalizzazione.
Mentre guardo la loro esibizione, la coda dell’occhio cattura uno strano movimento.
Mi giro e di spettacolo ne vedo un altro!
Fede porta il ritmo con la punta del piede dondolando il mento in avanti e mentre schiocca le dita portando il tempo della canzone disco-pop cinese, si gira verso di me contento e mi sorride!
Bho’, sarà anche questo frutto della globalizzazione?

Atterrati a Bangkok, dopo aver compilato i moduli per ottenere il visto per il Kingdom of Cambodia ci dirigiamo verso il gate di imbarco.

E’ stato qui che per la prima volta ci siamo chiesti “ma dove stiamo andando?”.
Infatti, il gate è completamente vuoto. La seconda volta che ci porremo la stessa domanda sarà qualche minuto dopo, in volo verso Phnom Penh, all’interno della carlinga dell’aereo, siamo si e no una decina di persone, compreso il personale di bordo.

cambogia in moto

cambogia in moto

cambogia

cambogia

Mi affaccio dall’oblo, un tappeto verde di colline si sussegue in onde dolci alternandosi al giallo di pianure irregolarmente squadrate in risaie.
Non so a che altezza siamo, ma fa impressione quel serpente gigante che striscia lentamente contorcendosi mille volte su se stesso ipnotizzandomi i sensi, è la prima volta che vedo una roba del genere: il Mekong.

cambogia

cambogia

Phon Penh – Siem Reap

25 dicembre 2009

Atterrati nella capitale cambogiana a darci il benvenuto sono i piacevoli 30° e una brezza leggera.
Che favola!

Ok si inizia, prima cosa da fare è regolare gli orologi sul fuso locale, dovrebbero essere +6 ore rispetto all’Italia…
Io e Fede a guardarci reciprocamente i polsi sperando che almeno l’altro abbia portato l’orologio…
Vabbè non fa niente, un “What time is it” al primo passante ci colloca attorno alle 10.15 am del 25 dicembre 2009.

Prendiamo il primo tuk-tuk (una specie di riscio’ trainato da una moto) e dopo aver contrattato il prezzo il simpatico “pilota” (qui i mezzi non si guidano, si “pilotano”) ci porta in centro.
Primo assaggio del traffico cambogiano.
Caotico e confusionale in un equilibrio precario e al tempo stesso di una fluidità disarmonica in un continuo sfiorarsi di portiere, manubri, specchietti, e clacson e brum brum a fare da colonna sonora.

cambogia

cambogia

cambogia

Primo contatto con questo nuovo paese, iniziamo a conoscerci e iniziamo subito a piacerci.
Qui si contratta tutto, infatti avremo modo nel corso del viaggio di affinare le tecniche più avanzate di contrattazione.
E poi la confusione, la caciara, l’approssimazione.
Ci metto un nanosecondo ad ambientarmi, a sentirmi a casa.

Ci consigliano di affittare le moto da Lucky-Lucky, il concessionario più famoso e quello con più succursali. Visioniamo il parco moto, abbastanza arcaico e poco manotenuto, trattiamo il prezzo e dopo appena 2 ore siamo in sella a due XR250 Baja.
Scelte per la maggiore luce a terra, il serbatoio più capiente e un gruppo fari maschio.

Usciamo vivi da Phnom Penh.
Assurdo, qui non ci sono regole, ti tuffi nel traffico, e ti lasci trasportare dalla corrente, che ti porta via con la forza delle rapide.
Sembra la partenza di una gara di motocross, spalla a spalla, gomito a gomito, spazi stretti, il mio manubrio che si accavalla a quello che mi sta affianco, un milione di teste, ogni tanto rivedo Federico.
Nel motocross però dopo la partenza c’è la gara, e il gruppo si allunga e ognuno ha i suoi spazi, qui invece è una partenza infinita dove si sgomita sempre.

cambogia

cambogia

Una lingua di asfalto ci accompagna fino a Siem Reap.
Ci si ferma solo per fare benzina e per mangiare qualcosa in un autogrill locale.
Durante il trasferimento, lasciandoci alle spalle la città, l’impatto con la Cambogia è forte.
La campagna e i paesi minori che attraversiamo sono composti da baracche e palafitte, sembra che si vivi in un’altra epoca, anni luce lontano dalla capitale semioccidentalizzata, l’unico contatto è il nero del bitume e qualche filo elettrico appeso alla meno peggio a dei pali.

cambogia

cambogia

Ci spariamo un bel tappone da 380km e nel tardo pomeriggio arriviamo a Siem Reap che mi vibra anche la messa a fuoco che faccio fatica a leggere l’insegna della Guest-House in cui prendiamo alloggio.
Tempo di disfare i bagagli… cioè la busta, una doccetta a lavare via le ore di volo ed eccoci belli pronti per la nostra prima uscita serale cambogiana.

Ma che confusione c’è?!?
Qualsiasi mezzo (il 99% sono moto e biciclette) ha a bordo minimo 4 persone. Interi gruppi di amici, intere famiglie, interi alberi genealogici sullo stesso motorino!
Quasi mi sento solo ad essere da solo sulla mia moto, mentre vengo salutato e superato da motorini, motocicli, motorette, motocarrozzette, motoscurreggette e mototuttoquellochevoletevoi stracarichi di gente sorridente.

cambogia

cambogia

Ci buttiamo in centro, ma essendo Siem Reap la città più vicina ai Templi di Ankor, il sito più visitato di tutta la Cambogia, orde di turisti giappoamericani, francotedeschi, inglolatini, invadono tutti i ristoranti.

Ma oggi è Natale e per il nostro cenone vogliamo regalarci una cena speciale!
Ci defiliamo e andiamo alla ricerca di un ristorante tipico, malfamato e casareccio. Lo troviamo dietro il mercato.
E qui paghiamo la nostra voglia di essere viaggiatori e non turisti.

Il riso vabbè, quello è facile da riconoscere, ma poi, in quei 4 calderoni fumanti cosa c’è?
Il camerierecuocotuttofare ci risponde che non si capisce niente, ti credo! È cambogiano.
Vabbè io scelgo il calderone numero 4, manco fosse un giochi a premi in TV.
Accanto al riso mi trovo un ammasso sconquassato di quello che Federico definirà: “cervello di un cristiano sbudellato”.
Ma si sa, la fame è una brutta bestia, affondo il cucchiaio in quella brodaglia semiliquida con questi pezzetoni e mando giù.
Buono, un po’ troppo speziato, ma buono.

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3 Comments

  • Luigi Aronne ha detto:

    Che racconto fantastico… per più di un istante ho sentito la fatica di arrancare alla cieca nel folto della giungla cambogiana ed il sollievo nel ricevere un aiuto inatteso… cazzo mi é pure venuta la voglia di una zuppa di teste di pesce!

  • moroboschi ha detto:

    Ciao Luigi
    Grazie tante per i complimenti

    PS
    ahhh … la zuppa di pesce … cosa mi hai ricordato! Mammamia che avventura!

    ciao

  • Jul ha detto:

    Un ammasso sconquassato…ahahahaahaha….cervello di cristiano sbudellato….ahahhahahaa ragazzi io sto morendo!

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