24 Agosto
sveglia alle ore 6:00, diretti verso o la frontiera Giordana di Darà o di Jebel; vince la pigrizia (in verità ci perdiamo anche un po’ per strada) e restiamo lungo l’autostrada in direzione di Jebel.
Pericolo!: la moto il giorno prima aveva fatto un pelo di pipi (benzina) dallo scarico ed oggi non riesce a tenere i giri; sotto i 3000 si spegne…..e non è piacevole in manovre a bassa velocità cadere di lato perché la moto ha fatto “puffff” e si è spenta.
Anamnesi: Bucefalo non ha mai sofferto di niente di grosso negli ultimi 4 peripli della terra (170.000 km).
Diagnosi: pieno di benzina sporca con conseguenti carburatori pieni di sozzerie.
Prognosi: mi tengo sempre sopra i 3000 giri, rifaccio il pieno, ci metto pure tanta speranza e sull’autostrada do’ gas sperando che cosi facendo si “sturi”.
Prendo e parto, siamo in missione per conto di dio (quale, non si sa ancora…) e non possiamo preoccuparci di questi dettagli……..
Alla frontiera le solite scartoffie siriane, paghiamo 500 lire a testa e prima di andare via chiediamo se tutti i documenti sono a posto e se rientrando dobbiamo ripagare qualche cosa. Ci rispondono che è tutto a posto e che non dobbiamo pagare niente. Ricordo bene quel volto di buona donna…..
Passiamo dalla parte giordana: in 30 minuti ci fanno il visto “al volo” e paghiamo 10 dinari a testa (il cambio è 0.88 dinari per 1 euro), poi 18 di assicurazione ed in fine 20 per la moto.
Giordania
Mi metto a “cannone” sull’autostrada (120 km/h….) per il problema sopraccitato. Dopo 160 km faccio per lampeggiare con gli abbaglianti……e non riesco a premere bene il pulsante…..
Sabotaggio!!!
Scopro che qualche ignobile bambino nella notte precedente, oltre ad aver inserito freccia luci ed altro, aveva tirato la leva dell’aria!!!! La diagnosi precedente va in frantumi e la moto torna come prima dopo aver ri-allentato la leva dell’aria.
E vissero tutti felici e contenti.
Poi ad un certo punto vedo apparire la soave visione di un KFC (kentucky fried chicken) in senso opposto alla nostra direzione di marcia, ne sono malato e la sua assenza in Italia mi rende per di più dipendente. Del KFC non ne faccio una questione ideologica, ma una puramente godereccia. Faccio monito di visitarlo qualora mi ritrovi li in direzione opposta a +/- 4 ore dai pasti (questo non accadrà mai e per di più scopriro’ che diversamente dalla Siria, qui, in Giordania non sanno proprio cosa sia il pollo fritto….).
Contrariamente alle nostre volontà, l’autostrada, superstrada o quello che è diventata, passa esattamente dentro Amman, e mi accorgo, leggendo il gps, di trovarmi a soli 300metri da un paio di punti-hotel che mi ero preso dall’Italia per pernottarvi.
La strada è a 3 corsie ma praticamente le macchine sono 6…..di fatto ci accorgiamo che Amman ci stà per stritolare, quindi mi metto in assetto da battaglia:
allargo entrambi gli specchietti per intercettare qualsiasi cosa possa/voglia impattarmi lateralmente, carico il peso del mio corpo in avanti, sollevo i gomiti, ed assumo una guida aggressiva. Come conseguenza Amman si allarga intorno a noi……..
Amman vecchia è caotica ed affascinante come non credevo, è un Aleppo in 3D, una Damasco trasferita a San Francisco per la verticalità delle strade. Ci arrampichiamo a tal punto che temo che prima o poi la moto mi cada in testa….
Ci convinciamo subito che Madaba, famosa per il suo cinquecentesco mosaico rappresentante i principali siti biblici del medio Oriente, sia la cittadina ideale da designare come campo base per due giorni di esplorazioni (30km da Amman, 40 dal mar Morto, 10 da monte Nebo e collocata ad 800 m slm, cosa che non fa mai male ad agosto…).
Madaba è “carina” ed attraversabile in moto, la pulizia delle strada denota la preponderante componente cristiana dei suoi abitanti, ma basta affacciarsi sulla parallela alla strada principale per capire che ci si trova comunque in medioriente. Contrattiamo il prezzo al Madaba Hotel per 20 dinari a notte compresa colazione (prima differenza sostanziale: in Giordania la colazione è sempre compresa nel prezzo, in Siria credo si debba salire di categoria per ottenere lo stesso trattamento alimentare).
La Giordania è uno stato filoamericano, strategicamente “accudito” dagli Yankee per il fatto di essere un importate cuscinetto tra un generico medioriente e lo stato di Israele. E lo stridere delle differenze economiche si possono facilmente ravvedere nelle monete siriane e giordane: 60 pound la prima, 0,89 pound la seconda per ottenere in cambio 1 euro; anche se poi alla fine ciò che conta credo sia il potere di acquisto. Di certo non ho visto un netto passaggio culturale sul confine (le premesse ad inizio report son chiare), bensì un gradiente che si diversifica andando sempre più a sud.
I giordani mi son sembrati da subito dei mediorientali più moderati e meno zozzi (perdendo quindi un po’ del fascino che deriva dal caos); alla fine di questo viaggio cancelleranno tutti i miei preconcetti prepartenza: avevo la paura di trovare un popolo troppo occidentale…….cosi non è stato!!!!! Come dire….è lo Stato che è solo più “international”,ci sono poi degli “hot-spot” turistici e loro sono più aperti e moderni ma tengon ben stretta la loro cultura, i loro costumi e le loro origini.
Facciamo un giro nella città di Madaba, sinceramente un po’ deludente tranne la chiesa di San Giorgio con il suo bellissimo mosaico del V secolo: Mappa di Terrasanta.
Scopriamo poi che sotto l’hotel c’è un ottimo “paninaro” che ci prende in simpatia ed ogni pasto ci regala granite su granite. Il suoi panini son proprio buoni e restiamo sbigottiti quando chiedendogli che diamine di spezia orientale avesse messo sopra le patatine fritte, ci risponde: “filfil”, cioè pepe nero!!! Ragazzi, un altro sapore, un altro pianeta.
Torniamo in stanza ed andiamo a fare la nanna ma scopriamo di non essere i soli inquilini della stanza: pappatacei!! Quando credi di essere pizzicato da zanzare, ma ronzii non ne senti e zanzare non ne vedi allora probabilmente non sei stato pizzicato da quest’animale, bensì morso da un pappataceo. Nessun problema se non fosse che questi piccoli insetti sono i vettori della leishmania che è l’agente eziologico (colui che causa la patologia) della leishmaniosi, malattia anche umana….e qui siamo in ambienti altamente endemici.
Praticamente veniamo massacrati dai pappatacei.
25 Agosto
sveglia alle 6:30, la missione di oggi è Mar Morto ed Amman. Prendiamo una strada famosissima per la sua bellezza che in 40 km di tornanti mozzafiato ci porta dai +800m di Madaba, ai –xxx m del Mar Morto.
Praticamente la Giordania è “solcata” in senso nord-sud dal rift con la conseguente valle del Giordano ed il Mar Morto fin sotto al Mar Rosso. Per questa ragione vi sono tre strade principali lungo questa direttrice: la via del Mar Morto (provate ad indovinare dove passi…), la Strada dei Re (King’s Highway) sull’altopiano orientale e l’autostrada propriamente detta ancora piu’ ad est. Tra la strada dei Re in alto e quella del Mar Morto in basso si aprono una serie di bellissime e spettacolari vallate come quella dl Wadi Mujib. Andiamo quindi a fare un salto a vedere quest’ultima, dove è possibile risalire il fiume lungo la vallata con l’acqua a “giropetto”. Ma per una serie di motivazioni astrali direttamente collegate all’evento di Tunguska, la marea nera americana ed alla corrente del Niño, decidiamo di soprassedere alla vista e di fare solo qualche foto.
Dopo vari tentativi ufficiali di andare a farci un bagno in un resort sul Mar Morto, miseramente falliti per motivazioni economiche-estetiche, decidiamo ufficiosamente di prendere di petto uno sterrato e giungere sino al mare.
Signori e Signore,
il Mar morto,
il punto + basso del pianeta terra
basta leggere quanto segna il gps !!!
Non posso esimermi da uno sporcobagno!
E’ vero, nel Mar Morto, grazie alla sua salinità quasi 10 volte maggiore degli oceani, si galleggia al punto che in verticale senza toccare non si può stare e si cade in dietro od in avanti come un birillo!
Grazie ai nostri potenti mezzi (le bottiglie sulla piastra) mi sciolgo il sale di dosso e ripartiamo….
Costeggiamo il Mar Morto verso nord sino alla sua fine per poi ripiegare nuovamente verso le alture, ripercorre un’altra strada bellissima e desertica che ci porta sopra, sino al Monte Nebo.
Dal Deuteronomio:
« Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul monte Nebo, in vetta al Pisga, che è di fronte a Gerico. E il SIGNORE gli fece vedere tutto il paese: Galaad fino a Dan, tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse, tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale, la regione meridionale, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar.»
Mosè è da qui dovrebbe aver visto la terra promessa….
Torniamo a riposarci a Madaba e nel pomeriggio montiamo le borse rigide laterali (è l’assetto d’assalto, dove un volta giunti a destinazione mettiamo giacche, stivali ed altro per poi armarci di calzari leggeri e tanta voglia di esplorare il territorio). Torniamo nella capitale, ripiego gli specchietti verso l’esterno e mi rimetto in assetto “Amman”.
Amman è una città molto grande ed occidentalizzata, ma la parte vecchia, contrariamente a quanto riporta la lonely planet, è bellissima ed affascinante.
Parcheggiamo tra l’incredulità dei locali, riempiamo le valigie e proseguiamo a piedi. Fallisce il tentativo di vedere da dentro il teatro romano che è chiuso….poco male perché la sua visione dall’alto ci riappagherà della mancanza.
Ci arrampichiamo su uno dei 7 colli su cui è sorta la città (20 oramai) per vedere la Cittadella: ci perdiamo per le viuzze per poi ritrovarci in una specie di baraccopoli che poi scopriamo essere la base della Cittadella. Chiediamo informazioni e ci dicono di inerpicarci per un sentierino sterrato tra le case disastrate; io tempo il peggio ma alla fine senza pagare ci ritroviamo per strade alternative sull’acropoli.
Prendo in pieno un controsole, barcollo, ma sottoespongo di parecchio……
26 Agosto
sveglia alle 6:30,
compito della giornata: raggiunge Wadi Musa, nostro avamposto per l’assalto a Petra.
Per percorrere i 240 km che separano questi due luoghi impieghiamo 8 ore con 3 brevi pause….
perchè tutto questo tempo????
perchè la Strada dei Re è bellissima,
piena di tornanti e su un altopiano,
per ber ben due volte scendiamo a meno di 100 m slm per poi tornare sui 1500m,
è la terra di Willy il Cojote!,
Stradafacendo ci fermiamo al villaggio (semi)abbandonato di Dana, da cui si gode di uno spettacolare paesaggio (sminuito dalla fotografia) sull’omonima Riserva Naturalistica
Su un belvedere cercano di vendermi del te’, ma dopo snervanti trattative concludiamo con spillette e caramelle per i figli e la promessa di inviare queste foto via mail:
In fine tento di imitare Demetrio Stratos, capace di emettere diplofonie (due note contemporaneamente), e scatto una diplofotografia (termine coniato in questo momento, tutti i diritti son riservati) prendendo in un colpo solo due volte il volto di Alessia
Arriviamo al Wadi Musa ed al quarto tentativo troviamo dimora presso il Rose City Hotel per 18 dinari a notte compresa colazione e sporcizia. Il pomeriggio è ancora lungo e dopo il meritato riposo decidiamo di reinforcare la moto e dirigerci ad una decina di km dalla cittadina per vedere Little Petra. La strada è particolarissima, sembra che i locali non abbiano voluto faticare nel livellare la pavimentazione, quindi ci ritroviamo a percorrere un sali-scendi di dossi dietro i quali, a vista di motociclista, potrebbe anche esserci il nulla.
Siq al-Berid, conosciuta da noi occidentali come Piccola Petra, è la sorella minore di Petra, anche lei scavata dai Nabatei nell’arenaria.
Entrati nel Siq, percorriamo la vallata sino alla sua presunta fine e ci arrampichiamo tra le rocce sopra una gradinata che siam convinti conduca ad una porta spazio-tempo in direzione di un altro universo. Invece vi troviamo un semiaccampamento popolato da un bambino beduino con il suo coniglio. Il Bedulla ci aggredisce con del te’ mentre noi ci difendiamo con una spilletta ed una caramella.
A cena ci facciamo malamente suggerire dall’albergatore e ci ritroviamo dentro un troppo lussuoso e sofisticato ristorante con proprietario Egiziano. Lui si scusa immediatamente del fatto che il locale sia vuoto ed invoca il ramadan. Noi scettici immaginiamo già che il locale, per carità molto bello, non vada di pari passo con le nostre tasche. Incastrati ci sediamo coscienti che, qualora il menù riporti prezzi eccessivi, noi con la faccia da terga, “ci alziamo, ringraziamo esponiamo le nostre motivazioni e ce ne andiamo”.
Cosi avviene: ci alziamo, ringraziamo, esponiamo le nostre motivazioni, ma non ce ne andiamo perché il proprietario, invocando il principio secondo il quale durante il ramadan nessun viandante possa uscire da un ristorante senza aver placato la propria fame, ci trattiene proponendoci un prezzo accettabile per due portate a testa.
Praticamente ci parte con una sviolinata descrittiva delle pietanze, ed una volta visti i piatti prendiamo coscienza dell’ennesima figura diarroica: ci preparan due piatti bellissimi e sofisticatissimi simili ad un quadro di Dalì………e mi chiedo ancora oggi perché diamine non gli abbia scattato una foto!!!!!??!!
Andiamo a nanna, domani il grande assalto: Petra!