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Missione impossibile

Neve, ghiaccio, freddo, tanto freddo, -11°! Problemi tecnici alle moto. Nulla ci ha fermati, siamo arrivati a Solla, e lo spettacolo che ci si è presentato davanti è indescrivibile.
Non “un” motoraduno ma “il” motoraduno per eccellenza.

Prologo

Da rendere merito del fatto che il nostro Elefantentreffen è iniziato molto prima dell’effettiva partenza in quanto, già da qualche mese, si stava lavorando alla preparazione delle attrezzature che ci avrebbero seguito in Germania.
Quindi, come non pensare alle serate (ed in qualche caso nottate), trascorse a lavorare da parte di Roberta e di sua Mamma, alla ricerca del materiale più opportuno per realizzare questo o quell’oggetto… e le corse a casa di Michele per bauletti, sacchi a pelo e tende invernali, senza le quali non saremmo stati così caldi almeno la notte. E poi, l’inizio effettivo del nostro Elefante, è stato la sera prima dell’inizio del viaggio, quando ci hanno raggiunto i Fondani, Giancarlo e Girolamo, con le loro attrezzature, e poi Luigi ed Elheme, trattenutisi anche loro a cena ed a dormire a casa nostra (per partire prima l’indomani).

ROMA – BOLZANO

29 gennaio 2004, 635 km – Che l’avventura abbia inizio.
Quindi, dicevo, serata trascorsa alla preparazione dei bagagli, a stivare oggetti e taniche di vino, catene per la neve e salsicce, corde per eventualmente rimorchiare le moto e pagnotte di pane casereccio, che ci ha portato a vedere l’alba delle 2 del mattino con la sveglia puntata alle 6 e 30 (non si sa mai, meglio essere previdenti), appuntamento alle 8 al Casello Roma Nord con Lucio, il quale purtroppo ha preferito non essere di peso nell’essere ospite a casa nostra, con il quale non ci siamo mai trovati, causa un lastrone di ghiaccio all’altezza di Frosinone, che gli ha causato parecchi danni, fortunatamente solo alla moto.
La mattinata inizia con la telefonata ad Alex, che la sera prima della partenza era impegnato al lavoro, con il quale avevamo appuntamento alle 7.15 a casa nostra, che veniva da noi svegliato alle 7.10. Iniziamo bene.

Riunito il gruppo, si presentano a casa nostra anche Alessio-Skizzo, che voleva essere a tutti i costi presente alla nostra partenza e Giorgio, l’amico di Alex con DR 650 al seguito. E così tra un abbraccio ed un “in bocca al lupo” partiamo.

In definitiva, tra defezioni dell’ultimo momento, incidenti e missioni in Iraq, il gruppo si compone di:
Alex – Transalp 600
Giancarlo – Supertenerè 750
Girolamo – KLE 500
Luigi – Africa Twin 750
Max & Roby – Africa Twin 750
Palì da Ancona – Africa Twin 750 (appuntamento a Modena, disatteso…)

Decidiamo di passare sul Gra direzione sud, “è a tre corsie…” dice Luigi. Mi metto in testa al gruppo, essendo il più ingombrante e…  sbaglio direzione, imbocco Aurelia, 2 corsie e lavori in corso… Svegliarmi presto al mattino mi fà sempre strani scherzi.
Imbottiti come alieni, proseguiamo, con tanto entusiasmo e ritmi già un po’ tedeschi, dettati dal Generale Moroboschi… abbiamo un appuntamento a Modena con Palì, non possiamo mancare.

Maciniamo kilometri senza esitazione, le soste sono veramente poche, anzi solo una a Fabro, che si conclude con un semplice rabbocco e lo sfogo di esigenze “idrauliche” da parte mia.

Ma nei pressi di Firenze, quando già pregustavamo aria di casa (la strada era quella percorsa solo il fine settimana prima, per andare da Alabischero), il cielo fino a quel momento di un azzurro intenso, inizia a “imbiancare” e, d’improvviso, ci troviamo nel bel mezzo di una debole ma fastidiosa nevicata.
Decidiamo per la sosta all’area di servizio di Bisenzio, dove “gentilissime” bariste ci danno il loro benvenuto, ed io mi metto in contatto con Alabastro e lo metto al corrente della situazione. E così rimaniamo in attesa (aelefantentreffennche per scaldarci un pochino) per quasi un’ora, al termine della quale decidiamo di rimetterci in marcia “abbiamo previsto di arrivare in Germania, non ci fermeranno sicuramente quattro fiocchi di neve…” LE ULTIME PAROLE FAMOSE…
Ci siamo ritrovati così in mezzo alla più grave emergenza neve degli ultimi anni, con camion che si ribaltavano sulla strada ed auto bloccate, almeno 16 kilometri di coda, più di quattromila persone intrappolate in quello che qualcuno ha chiamato “Trappola di ghiaccio”

Così, tra auto della polizia, capaci solo di fare confusione ma assolutamente incapaci di qualsiasi forma di assistenza o soccorso ad un gruppo di motociclisti in difficoltà, gente che ci chiedeva se potevano fotografarci, cadute, bauletti scoppiati, pompe della benzina bruciate e bypassate in mezzo alla bufera, riuscivamo, dopo ben 4 ore di inferno di ghiaccio e catene montate sotto la tormenta, a ritornare sui nostri passi, in direzione Calenzano, ed a trovare un albergo dove pernottare, attendere il miglioramento della situazione e rinfrancare le stanche membra.

Troviamo l’albergo, asciughiamo le nostre attrezzature fradice di neve, bagno o doccia calda e siamo già in pizzeria, con Andrea al telefono ad offrirsi di portarci la nuova pompa benzina per me.

Resoconto della giornata: Come avrete già intuito, quella che doveva essere la tratta Roma-Bolzano, si è tramutata in Roma-Calenzano, 290 km ma tanto “blood, sweat & tears”, sangue, sudore e lacrime.
In definitiva, 3 cadute, Alex con leva cambio storta e bauletto scoppiato, Max con pompa della benzina bruciata, Giancarlo con leva del cambio storta (e raddrizzata grazie a sbarra di ferro in prestito da un camionista…) e Girolamo che voleva provare l’emozione di uno sterrato, nel canale di scolo, sotto la neve. Ma le catene ci hanno portato fuori di lì!!!

CALENZANO (FI)- BOLZANO

30 gennaio 2004 circa 350 km
Sveglia di mattino presto (intorno alle 6.30), puntata alla finestra per valutare le condizioni. Dal nostro albergo si può vedere un pezzo di autostrada e la circolazione scorre lenta ma scorre.
Una veloce puntata al ristorante dell’albergo per un’abbondante e calorica colazione e telefonata ad Andrea.
Le condizioni della sua macchina sono pesanti (per il ghiaccio) ma non proibitive, nel più breve tempo possibile sarà da noi con la pompa della benzina. E così inizia la preparazione. Abbastanza contrito dal blocco che sto causando al gruppo, mi preparo di tutto punto (anzi, quasi), scendo con i bauletti e, munito della mia “sempre presente” valigetta degli attrezzi, smonto la vecchia pompa e controllo le puntine… praticamente distrutte!!!

Andrea telefona per avvertire che l’autostrada è bloccata e dovrà passare per il centro città.
L’ansia aumenta e la contrizione per “essere di peso” al gruppo è notevole. Alla fine, verso le 10, l’ultima telefonata a Alabatman ci rinfranca: il suo GPS a carbone (!!!) gli dice di essere a circa 10 min. da noi!!! L’entusiasmo aumenta. Io e Luigi ci mettiamo a fare le vedette e, dopo pochi istanti, vediamo comparire una Passat grigia all’orizzonte. E come un tardivo Babbo Natale, Andrea tira fuori dal bagagliaio pompa benzina, valigetta attrezzi, bauletto GIVI di ricambio per Alex…elefantentreffen

Un uomo, un mito
Con perizia e pochi gesti, mi smonta fiancatine, sella e alza il serbatoio, per rendere più agevole l’inserimento dei cavi di collegamento della pompa. E, nel giro di 10 minuti, la mia moto è bella e pronta alla partenza!!!

BOLZANO ARRIVIAMO!!!
Finiamo la vestizione, scattiamo la foto di rito con Alabatman, e siamo pronti alla partenza… ma le prime avvisaglie di un nuovo problema già si affacciano all’orizzonte.

Ma la moto di Giancarlo emette uno strano vapore biancastro… il primo pensiero è che la tanta neve raccolta il giorno precedente possa essersi congelata durante la notte ed ora, con il calore del motore, si stia scongelando e gocciolando sulla testata.

NIENTE DI PIÙ SBAGLIATO.
Imbocchiamo l’autostrada, riusciamo a schivare il traffico dei camion ancora incolonnati causa ghiaccio, e con un po’ di paura, riusciamo a svalicare. Da quel momento l’autostrada del sole diventa una vera e propria pacchia. Sole, poco traffico, un po’ di slalom.

Tutto questo fino al raggiungimento dell’autostrada del Brennero. Al primo Autogrill, la moto di Giancarlo decide di trasformarsi in un ferro da stiro… una colonna di vapore lo inonda… annuso l’odore del vapore e subito mi è chiaro il verdetto: guarnizione della testata.
smontiamo alla carenatura, controlliamo l’acqua, e ci rendiamo conto che il problema è più grave di quanto pensavamo. Decidiamo di proseguire. D’altronde Palì ci aspetta a Bolzano!!!
Gocciolando lungo la strada, e procedendo a velocità ridotta, ogni circa 50 chilometri ci fermiamo a rabboccare l’acqua.
Nel frattempo, un Angelo (di nome e di fatto, il cugino di Giancarlo) provvedeva a trovare un meccanico Yamaha in Bozen. Arrivati a Bolzano, troviamo Angelo ad aspettarci all’uscita dell’Autostrada, e ci accompagna fino al meccanico. Dura la sentenza: guarnizione della testata, diversi giorni per ripararla (ma soprattutto parecchi euro necessari) però apre lo spiraglio alla possibilità di poter rientrare a casa con la moto!!!

Convinciamo Giancarlo a proseguire come passeggero e siamo già alla struttura che ci ospiterà per la notte. Cediamo parte delle salsicce, delle bistecche, del vino e delle spuntature (che sono ormai in esubero visto che ci troviamo con un giorno di ritardo sulla tabella di marcia) ad Angelo e Mirella che le fanno fruttare adeguatamente preparandoci una saporita cenetta!
Finalmente si mangia qualcosa di non plastificato.
Stremati, dopo cena, il gruppo si divide Max e Roby a nanna e gli altri in birreria.

BOLZANO – SOLLA

31 gennaio 2004, 371 km
Di buon’ora ci ritroviamo tutti per le scale, infagottati più del giorno prima, scaldamani e scaldapiedi distribuiti ed attivi e SI PARTE!
La temperatura continua a calare velocemente, nell’avvicinarci al Brennero ed al confine con l’Austria, fino a toccare i –11°C.
A Roberta si è congelata la condensa all’interno del casco. Non male!
Al primo autogrill in Austria si è verificato un ammutinamento in blocco rispetto agli ordini del General Moroboshi. Ci siamo fermati per la benzina, per esigenze idrauliche e colazione veloce perché “…è tardi! è tardi!”.
Sazi e riscaldati si riparte per la Germania.


Arrivati all’ingresso di Monaco, dopo aver trovato strade piene di macchine ma in perfetto stato nonostante ai lati la neve non fosse poi così poca (come nel nostro bel Paese!), nessuno ha voluto ammetterlo ma abbiamo sbagliato strada infilandoci nel bel mezzo del traffico di Monaco nell’ora di punta…
Dopo aver nuovamente rabboccato i serbatoi, riuscendo anche ad uscire dal caos della città, si riparte ormai ce la si può fare!!!

SOLLA

31 gennaio 2004
Usciti dall’autostrada ci si ferma al primo incrocio guardandoci un poco spauriti in giro! Intorno tanti motociclisti che ci salutano tornando a casa, capi e colline coperti da un metro di neve candida ed il sole che sta per tramontare. Non si vedono le indicazioni per l’Elefante. Dove sbattiamo la testa?
Fermiamo un motociclista tedesco, mettendoci in mezzo alla strada, lui fà una telefonata e poi ripartiamo tutti insieme (oltre a noi si erano fermati altri italiani persi come noi!) alla volta del raduno.

Prima di arrivare all’ingresso passiamo un tratto di foresta, uno spettacolo della natura…
soprattutto per la consapevolezza che FINALMENTE CI SIAMO!

All’ingresso incontriamo gli amici di Palì, quanto è piccolo il mondo!
L’ultimo ostacolo che ci divide dall’iscrizione è una stradina di circa 1 metro e mezzo in discesa, ingombra di ogni tipo e forma di moto (a dire il vero anche oggetti informi con carichi di birra sulle piastre bauletto!), i loro proprietari ed un’infinità di persone.
Passato anche questo la nuova coppia, Luigi e Giancarlo, trovano parcheggio immediatamente nei pressi della ricezione mentre gli altri un poco più a valle. Iniziamo a saltare come bambini!

CE L’ABBIAMO FATTA!

ABBIAMO RAGGIUNTO IL RADUNO!
Non è finita si devono montare le tende ed attrezzare il campo prima che faccia buio. Ci dividiamo i compiti e mentre uno spala la neve, l’altro compra la legna, altri montano le tende e altri portano i sacchi a pelo ed i bauletti.
A tal proposito è notevole l’ingresso del Gen. Moroboshi (che ha svolto egregiamente la sua missione portandoci tutti in salvo alla base!) con due sacchi a pelo in scivolata, di schiena appunto, per 10 metri con finale di scroscio di applausi di tutti i presenti!
Da qui in poi è solo Elefantentreffen!
Ce l’abbiamo fatta, la consapevolezza di aver fatto qualcosa di unico ci pervade nel corpo e nell’anima, consci di essere tra quelli che ci sono stati, di aver sfidato se stessi, con le proprie paure e le proprie debolezze, e la natura, bonariamente, a colpi di tasselli.

E per questo, dato il senso di vittoria ed il freddo che si fa sempre più intenso, perché non brindare??? E allora, da questo momento in poi, è la grappa che si rende padrona, anzi Padrona, delle nostre azioni. Scherzi a parte, oltre ad un paio di perdite temporanee di coscienza causa alcool, tutto il resto è stato puro divertimento, affiancato da un senso di pace e di entusiasmo, almeno per me, derivati dal fatto di essere lì, con altre 5000 persone, con moto di tutti i tipi, in piena amicizia, in un clima caldo nonostante il freddo, uniti dal fatto di essere tutti MOTOCICLISTI!!!

MOLTO MOLTO MOLTO ENTUSIASMANTE.
Poi sono venute le bistecche, le salsicce, le spuntature, il vino, il pane di Fondi, il matto tedesco con la zampa di tacchino mummificata, Hans, il nostro vicino di tenda, il gruppo di Friulani, che ringraziamo per la gentile accoglienza nel loro “salotto” (trattasi di cumulo di neve scavato e modellato a forma di divano, ricoperto da paglia.) tutti quelli che abbiamo visto e soprattutto quelli che NON abbiamo visto perché ci hanno dato la scusa per partecipare anche il prossimo anno, sicuramente più vogliosi di arrivare, più “scafati”, e ancora più entusiasti.

Ma purtroppo la domenica mattina arriva presto, troppo presto, ed è già ora di smontare leelefantentreffen tende e scaldare i motori. A ricordarci che è ora di partire sono le centinaia di moto che, tra un rombo ed un affanno, passano davanti il nostro accampamento percorrendo gli ultimi metri della discesa della “fossa”. Ed è così che possiamo ancora distrarci un po’ a guardare mezzi ed accrocchi di tutti i tipi, modelli e, permettetemi il termine, razze.

I seicento chilometri che ci separano da Bolzano sono veramente rilassanti, percorsi sulle splendide autostrade tedesche ed austriache, nere strisce di asfalto circondate da cumuli di neve spalata. Gli intervalli sono solo per mangiare, rifornire, e rincorrerci con il gruppo dei motorraden Ternani che organizzano il “Cloaca”.

Con il passare delle ore, si avvicina sera, e la nostra destinazione si avvicina. Consci di quello che ci aspetta a casa di Angelo.

Arriviamo a Bolzano e andiamo direttamente all’appartamento in affitto, il tempo di spogliarci, docciarci, fare festa con il “füma-füma” di Palì, e siamo pronti per casa di Angelo: una teglia enorme di lasagne al forno rigorosamente fatte in casa, un vassoio di formaggi e salumi altoatesini, un fiume di vino e di grappa. Decisamente il modo migliore per festeggiare la nostra epica impresa. Ma la notte cala in fretta, domani ci aspetta il ritorno, il viaggio è solo a metà. E ci rintaniamo ancora una volta nella stanza “I-1, I-1, I-1, I-1” per dirla alla Palì…

BOLZANO

1 febbraio 2004
La sorpresa è di quelle che non ti rendono felici. La moto di Giancarlo non ne vuole sapere di partire. Così, appena si fanno le nove, siamo solo io e lui ad andare in giro per Bolzano alla ricerca di un noleggio furgoni per portarci via la moto così. Ma nessun noleggio accetta la riconsegna a Roma, ne tantomeno a Latina. Gianca decide di lasciare la moto a Bolzano, i bagagli ad Angelo e di tornare la settimana successiva per riprendere il tutto, stavolta con un furgone di proprietà. Ancora entusiasti dell’avventura passata, i kilometri verso Roma scorrono quasi senza fatica; con un po’ di tristezza facciamo sosta all’ultimo autogrill dell’Autobrennero, per salutare degnamente uno dei compagni di avventura, uno degli eroi, uno dei vincitori, uno dei grandi amici trovati in questa cavalcata: l’incommensurabile Palì (soprannominato Taz, per la somiglianza con il personaggio dei cartoni animati!). Un abbraccio ed un arrivederci al “Cloaca” e si riparte.
Unico piccolo inconveniente del ritorno sono i fari del TA di Alex che proprio non ne vogliono sapere di funzionare, costringendo il poverello a percorrere diverse centinaia di km di autostrada solo con le luci di posizione.

Un paio di soste per rabboccare la benza (l’anno prossimo o Giro cambia moto, o gli facciamo i serbatoi supplementari), e siamo in vista del Raccordo. Nel frattempo sparisce Alex, esausto dalla fatica, ormai vedeva allucinazioni sulla strada, materassi al posto del guard rail, Roma, non è mai troppo tardi, 2004 (a cura di max)

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