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Giovane medico scozzese con la passione per la geografia e la botanica. Fermo non riusciva a stare in patria e già a 22 anni si imbarca come medico di bordo su una nave diretta a  Sumatra, dall’altra parte del mondo.

Esperienza che lo segnò molto e non appena rientrato in Inghilterra, trascorso solo un anno si imbarcò come volontario per African Association di Londra intenta ad aprire nuove vie commerciali. Questa volta non Indonesia / Sumatra ma Africa / Gambia intenzionato a tutti i costi a scoprire le sorgenti del Niger, il terzo fiume più lungo d’Africa dopo il Nilo e il Congo.

A quell’epoca di grandi esplorazioni le mappe costiere erano abbastanza precise, mentre l’interno del continente africano restava un vuoto sconfinato e inaccessibile.

Le mappe erano segnate e disegnate dagli Stati colonizzatori in base alle merci: Costa d’avorio, Costa degli Schiavi.

Mungo Park Esploratore Scozzese

Arrivato in Gambia, non lontano dalle sorgenti del Niger, Mungo Park allestisce il campo-base della spedizione. Inizia a prendere confidenza con il continente africano imparando usi, costumi e le lingue locali.

Risalendo il fiume Senegal riesce a raggiungere il corso del fiume Niger. E’ costretto a sfuggire ai numerosi briganti e alle continue ostilità delle tribù locali perseguitate e razziate dai mercanti di schiavi.  Finisce poi abbandonato dalla sua guida ritrovandosi così totalmente solo in una terra totalmente sconosciuta.

Dal suo diario:
“Ero straniero, non godevo di nessuna protezione ed ero cristiano: ciascuna di queste circostanze sarebbe stata di per se sufficiente a spegnere la pur minima scintilla di umanità nel cuore di un arabo nero: figuriamoci quando tutte e tre coesistevano nella medesima persona”

Venne catturato dalla tribù dei Mande. Fatto prigioniero subisce atroci torture e sevizie.

Riesce a scappare e rientra in patria. Pubblica un libro “Viaggio all’interno dell’Africa” e testa-scozzese testa-dura ci riprova.

Mungo Park organizza un’altra spedizione e nel giro di qualche anno si avventura di nuovo in Africa.
Con più esperienza alle spalle e con maggiori conoscenze mette insieme una carovana che comprende anche guardie armate. Stavolta conta di riuscirci, a costo anche della sua vita come scriverà nelle lettere inviate alla moglie.
Attraversa mille difficoltà e riesce a scoprire che il fiume Niger si dirige verso Oriente. Le malattie e gli attacchi delle tribù locali falciano i suoi uomini, di 45 ne restano 11.

Bloccati sulla riva costruiscono una imbarcazione di fortuna e si calano sulle acque del Niger. La loro canoa era costantemente attaccata dagli indigeni e quando non c’erano loro ci pensavano i coccodrilli.

Finisce in un massacro quando ormai sembrava fatta. La canoa resta bloccata su delle rapide, Mungo Park con altri due sopravvissuti si gettano in acqua per sfuggire alle frecce dell’ennesimo attacco delle tribù indigene.

L’unico superstite della spedizione è la guida Amadi. Purtroppo non viene ritrovato il suo diario di bordo con annotate sicuramente le avventure affrontate dall’esploratore scozzese.

3 Comments

  • christian rizzi ha detto:

    bussa era ormai sotto controllo britannnico viene difficile pensare che dei negri abbiano attacccato la barca di park senza motivo lady georgianna spencer morì forse suicida 20 giorni dopo di lui c’è molto fosco intorno alle avventure di park

  • christian rizzi ha detto:

    comunque complimenti non sono molti gli enduristi anche africani che si interessano alle grandi esplorazioni del 18esimo secolo

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