All’appuntamento le premesse di quella che sarà una fantastica giornata c’erano sono tutte:
la voglia di sporcarsi, la splendida compagnia ideale per queste scorribande infantili, e il tempo, che ci regala un cielo azzurro e un clima primaverile.
Si parte e dopo pochi km di off la prima difficoltà: il fiume da guadare è troppo alto e la corrente troppo forte. Di lì ci siamo passati l’estate scorsa e il livello dell’acqua arrivava già quasi a metà serbatoio. Ora è improponibile (almeno per me, Roberto e Gabri Pappakappa non sembravano preoccupati più di tanto).
Ok, No problem, risaliamo il torrente cercando un punto meno profondo e dove la corrente sia meno forte. Iniziamo così ad avventurarci in una palude di fango, risalendo e costeggiando il fiume che serpeggia tra gli alberi. Ci sono pozzangheroni da paura, che non rendono ben visibili gli argini, così ci ritroviamo a guidare costantemente immersi fino alle ginocchia in un liquame morroncino che sembra proprio quello che sembra.
Affrontiamo svariati guadi, con fondo sempre melmoso e con la possibilità di cadere e ritrovarsi con la moto completamente sott’acqua. Ormai guidare e guadare è tutt’ un verbo. Siamo zuppi fino alle ossa. La miriade di pozzanghere e rivoli sembra non avere fine. Il paesaggio è irreale, manca solo la casetta di Shrek. Finalmente la terra ferma, una specie di isolotto di ghiaione, sul quale ci si ferma e si valuta se affrontare quei 50 metri che ci separano dall’altra sponda.
Scendiamo in acqua a piedi per valutare la profondità e il fondo, la fattibilità. Sembra di si, Gabriele (er Pappa Buono) va per primo, Roberto lo segue. Arrivano dall’altra parte, Tocca a me, i 230 kg si fanno sentire, per fortuna mi aiuta Paolo.
Purtroppo, una volta guadato il fiume, dall’altra parte ci trovaimo ad affrontare una rampa molto ripida e viscida. Le mie TKC80 non ne vogliono sapere, si riempiono di fango. Non c’è nulla da fare, nemmeno a tirarla su con la corda, su quel salitone è già difficile reggersi in piedi.
Io e Paolo, con le nostre 2 africa twin, torniamo indietro. Ripercorriamo a ritroso la palude di Shrek. Aggiriamo l’ostacolo e a ci ricongiungiamo con gli altri subito dopo.
Dopo qualche km di stradine semplicissime, perdo il controllo dalla mia bella, esco fuori strada e centro in pieno un albero. Prendo una bella botta sul petto mentre parte della carena rimane segnata; purtoppo non ce la faccio a proseguire. Torno a casa con una bella botta sul petto e comunque contento.