Alcuni viaggi hanno molti inizi, e questi non sempre coincidono con il giorno della partenza.
Sono le 12:30 del 16 agosto 2015, sono in territorio afgano, entrato clandestinamente per qualche centinaio di metri oltre il confine Tagiko attraverso il Parco dello Zorkul.
Il vento che sferza forte sulla visiera del mio casco porta con se il freddo delle imponenti vette dell’ Hindu Kush, l’uccisore di Hindu, che arroccate all’orizzonte sono proprio qui davanti a me, oltre le gelide acque del lago Zorkul. Forse è proprio qui che nasce l’Oxus, l’Amu Darya il fiume più lungo dell’Asia centrale, il fiume famoso del Grande Gioco.
Spengo la moto per non dare fastidio, per non fare troppo rumore, quasi intimorito davanti a queste mastodontiche montagne, chissà quanti altri viaggiatori hanno visto passare: a piedi, a cavallo, eserciti, mercanti, spie e avventurieri. Nomi altisonanti: Alessandro Magno, Marco Polo, Arthur Conolly.
Eccomi, piccolo io e piccola la mia moto, ma polvere, sporco e giorni di sudore, benzina e fatica ci danno tutto il diritto di stare qui al cospetto di questi giganti di pietra che prendono nota e segnano tra la lista di tutti gli altri passati di qua anche:
“16/08/2015, Moroboschi su Honda Africa Twin”
Riccardo, Viky e quel matto scocciato di Alex mi raggiungono e “dai che c’è ancora molta strada, dai andiamo che finisce che anche stavolta si fa tardi, Maurizio e Francesca ci aspettano. E poi bisogna vedere come recuperare Andrea l’Afgano”.
Mi giro di nuovo a guardare l’Afghanistan, un sorriso ai miei compagni di viaggio e via. Sulla mappa una pista che costeggia il lago e poi il fiume Pamir lungo tutto il confine afgano ci porterà a Langar, nel corridoio del Wakhan.
Questo è uno dei tanti inizi di questo viaggio: Wakhan Pamir 2015
Emozionante.
tanto vi ammiro, tanto vi invidio