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Il 25 luglio del 2003, esattamente 15 anni fa, nasceva Sporcoendurista.

Esistiamo prima di Facebook (2004), prima di Whatsapp (2009) e Instagram (2010). Il più famoso motore di ricerca al mondo ha solo 5 anni più di Sporcoendurista, Google è nato nel 1998.

Esattamente 15 anni fa acquistavo dominio, spazio web e database e iniziavo a pubblicare le prime avventure in moto assieme ai miei compagni di viaggio. Il mondo era molto, molto diverso da quello di oggi ma ugualmente affascinante. Nonostante ricordi vividi ed esperienze indimenticabili faccio fatica oggi ad immaginarlo, sembra lontano anni luce.

Ricordo i primi viaggi in Italia, le prime volte all’estero in Europa guidando fino a Cabo Fisterra solo per affacciarsi sull’Oceano Atlantico. Ricordo quando sono partito per la Siria, un paese meraviglioso, abitato da un melting pot generato dalla convivenza multiculturale. Guardo le immagini che arrivano oggi da Aleppo, la città con il più bel bazar al mondo è ora distrutta, la romantica Damasco di vestigia romane e poi la lontana Palmira, il Qala’at Ibn Maan e il suo palmeto, ultimo caravanserraglio prima di entrare in Persia. Terre che non esistono più.

Tuareg del deserto di Murzuk Libia

La Libia prima della destabilizzazione del Mediterraneo e del Medioriente, era un viaggio interstellare, con altre leggi fisiche e altre forze di gravità a tenere a galla la moto su montagne di sabbia e cordoni di dune, un nuovo sistema solare da esplorare.

Decidere di partire ed intraprendere un viaggio in moto era totalmente diverso. Non esistevano Facebook, Instagram e tutti i social network che hanno trasformato la nostra società, le ricerche tramite Google erano limitate anche perchè non c’erano migliaia di foto e report di famosi travel blogger con i fantomatici consigli “I centodiecimila passi da non perdere sulle Alpi”, “Cosa fare in moto a Venezia in un weekend” oppure un pdf già pronto da scaricare: “Il manuale del motobanale”.

C’erano dei forum di discussione, impaginati molto spartanamente, dove scambiarsi informazioni e pareri.

Oggi innumerevoli app riempiono lo schermo dei nostri smartphone, Goolge Maps e Google Earth ci fanno vedere dall’alto in anteprima cosa ci aspetta e la morfologia del terreno. I gps calcolano rotte e memorizzano tracce. Arrivati in città c’è Tripadvisor per scegliere tra le recensioni dei clienti un ristorante speciale. Il Goretex riveste comode giacche impermeabili e traspiranti allo stesso tempo. Bauletti leggeri e resistenti oppure borse morbide con anima rinforzata.

Vecchi e fradici ricodi di Francia, quando ci sono arrivato con i jeans e le scarpette da tennis. Dalla Germania sono rientrato sotto una pioggia battente proteggendomi con buste di plastica da bar. Nulla di eroico, cose fatte d’altronde da centinaia di motoviaggiatori prima di me.

 

Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. Italo Calvino

Fotocamere sempre più potenti e videocamere a 360° memorizzano ogni momento del viaggio, e questo è bellissimo, si hanno più ricordi e più cosa da raccontare. E pensare che il primo viaggio in moto avevo metà del bagaglio pieno di rullini; poi ho acquistato la mia prima fotocamera digitale, una Canon Ixus con risoluzione 800px per 600px.

Oggi ho una fidata mirrorless Olympus, un comodo completo Dainese e un paio di stivali Sidi. La moto è rimasta la stessa.

Passano gli anni insomma, ci adeguiamo alla tecnologia, indossiamo capi sempre più comodi e protettivi, studiati e sviluppati specificatamente per viaggiare in moto, condividiamo e raccontiamo all’istante cosa ci succede.

Ma la passione che ci mettiamo è rimasta la stessa. Intatta e granitica nell’idea che nonostante tutto vale sempre la pena mettersi in moto e partire. Puntare l’anteriore sempre con nuova curiosità sia verso nuove mete, sia verso terre già viste guardandole con occhi nuovi.

Masjid-e-Jāmeh di Yazd Moschea del venerdì è uno dei più importanti edifici dell'Iran. foto Luigi De Santis in Iran

L’Arte di perdersi

Avventura e disavventura nel viaggio coincidono. Tutti i punti di interesse segnati sulla mappa, le tracce memorizzate sul gps, le guide che ci portiamo dietro sono i confini della nostra confort-zone. E in moto è facilissimo oltrepassarli.

In Iran mi sono ritrovato “ospite d’onore” ad un matrimonio mentre cercavo un posto dove piantare la tenda. (leggete l’articolo su RoadBook n5).

In Armenia ho brindato ai 50 anni di un signore a cui avevo chiesto indicazioni per strada, proprio il giorno del suo cinquantesimo compleanno.

In Cambogia ho costruito 2 pozzi e consegnato 50 potabilizzatori dopo essermi perso nella foresta. Mi ha ritrovato un contadino.

Cristoforo Colombo salpato per le Indie si ritrova invece il 12 Ottobre del 1942 alle Bahamas. Shackleton era partito per il Polo Sud, non l’ha mai raggiunto, ma ha scritto una delle più meravigliose avventure della storia dell’uomo mentre portava in salvo i suoi uomini verso la Georgia Australe. Mungo Park si è perso cercando le misteriose sorgenti del Niger, Alvar Nunez Cabeza De Vaca in Amecica Centrale ha affrontato un viaggio di ritorno mostruoso, da pelle d’oca.

Lasciarsi trasportare, rapire, coinvolgere sono gli imperativi del viaggiare in moto.

F*

Questa foto l’ho scattata ad Istanbul. La conservo gelosamente.

15 anni di Sporcoendurista

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