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Continuiamo a parlare di Esploratori, continuiamo a raccontare di spedizioni finite male. Dopo i due scozzesi Mungo Park e James Bruce ora tocca ad uno spagnolo: Alvar Nunez Cabeza De Vaca.

Cabeza de Vaca era il soprannome che avevano dato ad Alvar dopo che un suo avo aveva lasciato una testa di vacca per segnalare all’esercito spagnolo l’arrivo dei Mori.

Alvar Nunez si trovava a Cuba quando Panfilo de Narvaez organizza una spedizione con 600 uomini più le guide per conquistare la Florida ed avere pieno controllo del Golfo del Messico. Alvar Nunez sale a bordo e prende parte a questa spedizione.

Il vile e bastardo Panfilo de Narvaez che si era macchiato in passato di crimini mostruosi e torture disumane sugli indigeni del Centro America riceve la meritata punizione.
Un tempesta improvvisa affonda 5 delle sue navi, compresi gli interi equipaggi. I sopravvisuti raggiungono la Florida e a marce forzate si spingono in questa terra sconosciuta e inospitale. Natura selvaggia e malattie decimano gli uomini di Narveaz. La situazione sfugge al controllo quando si registrano atti di cannibalismo tra i soldati spagnoli che stavano morendo di fame.

Si decide allora di ritornare via mare. Si costruiscono delle imbarcazioni di fortuna con quello che trovano tenendole assieme con crine di cavallo e resina di pino. Inizia una traversata estenuante, ma un altra tempesta si abbatte su di loro e a perdere la vita è lo stesso capo spedizione e cioè il nostro caro e cattivo Panfilo de Narvaez.

Dei 600 uomini iniziali si salvano solo in 4 e tra questi c’era proprio Alvar Nunez Cabeza De Vaca.

Inizia ora uno dei viaggi più estremi che abbia conosciuto l’uomo. Per 7 lunghissimi anni i 4 sopravvisuti vagano cercando di ritornare verso casa senza minimamente sapere dove sono.

Dalla Florida, a piedi, attraversano tutta la regione meridionale dell’America del Nord. Sono i primi europei a trovarsi in quelle terre. Alabama, Louisiana, Texas e poi il golfo della California tutto a piedi. Si imbattono in tribù ostili, vengono catturati, scappano. Sono allo stremo e dei loro vestiti occidentali non resta più nulla. Vagano nudi nascondendosi nei cespugli la notte, oppure scavando buche nelle quali nascondersi, cibandosi di quello che trovano. Si scoprono “animali con anima” (come gli indigeni) e forse è stato questo il solo attimo in cui la civiltà dei Conquistadores si è avvicinata ai Nativi Americani.

Riescono ad integrarsi e grazie all’arte del mercanteggiare scambiano pelli, conchiglie e altre merci tra le varie tribù locali. Con le loro conoscenze basi della medicina riescono alcune volte a farsi passare per stregoni (la magica arte dell’arrangiarsi).

Vagano in maniera disperata per 7 anni fino a quando non incontrano una spedizione di Cristiani che mentre sostengono di diffondere la Parola del Signore catturano il maggior numero di schiavi possibili.

I 4 ritornano alla civiltà e Alvar Nunez Cabeza De Vaca butta giù il suo racconto che Di Caprio in Revenant gli spiccia casa. Il tutto finisce tra le righe del libro Naufragios.

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