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Fine

Elemosina

Flashback

Non ho mai fatto elemosina;
Mai!
E non perche’ non mi ritenga buono di cuore ma semplicemente perche’ non ho mai sopportato che molti di coloro che la chiedevano in realta’ non erano veri bisognosi;
insomma, l’idea di esser preso in giro, mi dava tremendamente fastidio, molto di piu’ della soddisfazione di poter aiutare qualcuno.

Tbilisi (Georgia). Sera.
In un italieggiante ristorantino nella centralissima Rustaveli Avenue una cameriera mancata modella serve i tavoli con una superbia ed una alterigia come se debbano essere i clienti a servire lei: e gia’ qua ci scappa un vaffanculo psicologico che pero’ echeggia rimbombando unicamente tra le pareti della mia scatola cranica.

Fuori, dalla vetrata, di tanto in tanto si affacciano piccoli zingarelli che chiedono l’elemosina , ciclicamente scacciati dal proprietario del ristorante o dal suo leccaculo di turno ;
probabilmente deve essermi rimastra traccia nel DNA di un passato remoto di soprusi o poverta’, perche’ proprio non me lo spiego questo simpatizzare sempre con i piu’ deboli, poveri e indifesi.

Davanti la vetrina accanto, inneggiante a vantaggiosissimi saldi, una vecchia megera nera fa lo stesso con aria quasi rassegnata.

Chiedo il conto e pago con una banconota di grosso taglio, aspettandomi il resto per un valore pari quasi al costo della cena.
La top cameriera pensa forse di essere piu’ furba, o forse crede che tutto le sia dovuto e decide da se che il resto fosse la sua mancia.

Mentre la mia pressione arteriosa saliva ed il manometro della mia irritazione si portava nella zona rossa, cercavo di convincermi che tutto sommato era stata una bella giornata, avevo mangiato bene e potevo serenamente andare a nanna se solo avessi ignorato quell’episodio.

La vita in Georgia e’ cosi poco costosa che si trattava di una cifra tutto sommato irrisoria.
Poi e’ bello avere dei comportamenti insoliti, non tanto per stupire gli altri quanto se stessi;
quella sera volevo permettermi il lusso di passare per “turista idiota”agli occhi della top cameriera.

Cosi’ lascio correre.

Ma nella vita le cose non sono importanti “in se” ma in relazione ad altro.Cosi appena uscito, la visione dei pochi spicciolini nel cestino della vecchia mi ha dato subito un termine di paragone, due neuroni convissuti per anni senza mai relazionarsi adesso gettavano una sinapsi per incontrarsi:
perche’ mai dovrei accettare l’idea di farmi fottere dei soldi da una stronzetta e poi rifiutarmi di buttare qualche misero, inutile, spicciolo nel cestino di una zingara?

Un lampo, un istante, un modo di pensare che cambia, abitudini che si modificano;
torno dentro, esigo il mio denaro con occhiate che incutono reverenziale paura alla pulzella …. e con la soddisfazione fanciullesca che solo certi gesti sanno dare lo cedo, per intero, alla vecchietta (sorriso ebete e soddisfatto sulla mia faccia).

Da quel giorno,136 stagioni dopo essere venuto al mondo, ho cominciato a fare elemosina, non propriamente perche’ voglia aiutare il mondo, ma elargire 5 euro di mancia in un ristorante dove la cameriere gira in X5 e poi rifiutare qualche centesimo di elemosina ad un barbone..beh…senza ricorrere a motivazioni filosofiche, etiche o politiche…insomma…e’ proprio da gran coglione!

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Flashforward

Igoumenitsa (Grecia) 25 Aprile 2011
Veramente l\’episodio mi e\’ tornato in mente l\’altro giorno ad Igoumenitsa;
il porto era assediato da ragazzi (loro dicevano di essere algerini, ma forse erano libici o tunisini) che cercavano disperatamente di nascondersi su qualche nave;
tutti clandestini, tutti diretti in Italia.

Alla sera li ho visti, alcuni in gruppi, altri solitari, vagabondare per il paese frugando tra i cassonetti;
molti avevano un\’aria distinta, persone colte, perse nei loro pensieri, lontane dalla loro terra.In principio ho pensato di comprare un po\’ di birre e offrirle;
poi pero\’ ho creduto che il loro spirito non era certo quello giusto, poi erano musulmani;
per cui, dopo aver pagato 2 euro per una coca-cola in un bar, mi sono fatto un po’ di coraggio e sono andato alla ricerca di un fruttivendolo per comprare “2 euro” di mele che forse avrebbero gradito di piu\’.Purtroppo l’ora era gia’ tarda ed i negozi gia’ chiusi….
La logica e’ la stessa della cameriera di Tblisi…

Ultimo passo indietro

Igoumenitsa (Grecia) 31 Agosto 2010

Eccomi qua!
Sulla nave che mi riportera’ a casa.
Elicotteri per strada, tamponamenti,affondamenti, inseguimenti;
che altro mai potra’ succedermi: un meteorite? Una repentina glaciazione? un terremoto? Un’invasione di ultracorpi?
Che sia!

Riflettevo sui rapporti condominiali tra stati:
come nei condomini, il vicino e’ sempre il miglior nemico;
gli albanesi sono in attrito con i greci e con i serbi
i greci con i turchi
i turchi con gli armeni
gli armeni con gli azeri
i georgiani con i russi
e cosi’ fino ad arrivare al pacifico
Non e’ forse tutto questo abbastanza sciocco?

Cosa mi rimarra’ di questo viaggio?
La solita cartina malconcia e trasandata con la dicitura “Caucaso” da aggiungere alla collezione che un giorno apriro’ e quelle linee, quelle curve, quelle strade evidenziate che a primo acchito saranno solo linee colorate torneranno di colpo, sotto un crescente pulsare di ricordi quasi sbiaditi, ad essere manti grigi, buche, auto, persone e volti incontrati, e a volte anche disavventure.

Un malinconico desiderio di posti abbandonati per sempre?

Pensero’ alle diramazioni che avrei potuto prendere e, per analogia, ai possibili bivi verso i quali la mia vita avrebbe potuto volgersi ed ha intrapreso o evitato!

Analizzati a lungo raggio, dall’inizio alla fine, e’ possibile scorgere il filo logico che modifica certi avvenimenti : “dopo qui e’ cambiato in …”, “da quel giorno ha cominciato a…”

Mi domando se anche questo giorno, questo viaggio, rappresenti un punto di arrivo o di partenza, un bivio da cui intraprendere una nuova strada: non lo so e non voglio cercare nemmeno una risposta, perche’ ormai so che questa arrivera’ da sola quando non richiesta.

La linea essenziale del destino e infatti intrecciata di sottili esperienze che nessuno vede eppure avvengono, segnandolo;il rinculo degli avvenimenti, insomma!

Se c’e’ una cosa che mi procura uno smisurato dopo un lungo viaggio e’ la sensazione che provero’ a descrivere:
al risveglio, la mattina, aprire gli occhi e attendere lentamente il ripristino dello stato cosciente;
i pensieri riaccendendosi mi bombardano di figure di paesaggi e persone;
nel frattempo non sapere dove ci si trova, il riafforare veloce di tanti risvegli senza sapere quale stia vivendo.

Nel vagheggiare indefinito di immagini che si vanno mettendo a fuoco, un colore mi fa credere di essere una mattina a Yerevan, poi un suono la esclude e accende il ricordo di quell’altro a Tbilisi, una geometria rassomiglia a quella camera in Karabak, o forse ancora in Turchia,Grecia,Scozia….
Un tumultuoso flusso inarrestabile di ricordi continuamente appare e scompare.

Il “non essere” in quell’istante da nessuna parte cosi’ come dappertutto e’ una sensazione estatica.

Galleggiare sospesi nel tempo e nello spazio, un aquilone senza lenza, disconnessi dalla realta’,un sogno reale..Poi con un’improvvisa lentezza, torno cosciente, riconosco il mio letto, le mie lenzuola, i miei libri,i miei muri: sono a casa!

talino in moto

P.s.termino queste brevi note nove mesi dopo il viaggio per un solo motivo…mhh..no, meglio dire:
“termino queste brevi note per un solo motivo”, ecco, cosi’ va meglio.
Sono solito cominciare qualcosa e non proseguirla;
il che non vuol dire lasciare le cose in sospeso:
Comincio a scrivere perche’ ne sento la necessita’, poi questa necessita’ cessa e non proseguo. Magari la riprendo dopo anni,magari mai piu’.
Non e’ il dottore che me lo prescrive, non c’e’ nessuna legge divina che dice che le cose debbano avere un inizio e obbligatoriamente una fine (in termini temporali ritenuti dai piu’ consueti);

Ma quando Stefano (si si, dico a lei, signor Perugini!) mi ha detto “tanto lo so che non finirai neppure questo come hai fatto per tutti gli altri!”, allora l’idea di venir considerato scontato, prevedibile, mi ha dato cosi’ tanto fastidio da decidere che, per dimostrare di non essere tale, avrei terminato questo cazzo di report!

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3 Comments

  • moroboschi ha detto:

    grande Talino,
    bellissimo viaggio

  • michele ha detto:

    ragazzi ho divorato questo racconto!
    FA-VO-LO-SO!!!

    voglio partire con voi!!!!!
    bravo TALINO!!!!!

  • Federico ha detto:

    Bello il tuo viaggione! a proposito di inventarti una lingua tutta tua pensa che ho fatto la stessa cosa in Ukraina e Crimea con soddisfacenti risultati… me la son cavata parlando dialetto Bergamasco, forse la durezza della lingua faceva “colpo” ma qualche problema me l’ha risolto.
    Complimenti ancora..

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